Fotografia fine-art

Younalogue su Italianismi

Chi segue questo progetto sa che ormai dura da quattro anni, e quando patiremo meno restrizioni e meno rischi forse sarà anche il caso di festeggiare un non così scontato traguardo.
In tutto questo tempo ho avuto la fortuna di conoscere decine di persone, di entrare in intimità con loro e con le loro storie, di confrontarmi e di crescere grazie a questa varietà che si dipanava davanti ai miei occhi. Alcuni incontri sono stati rapidi e fugaci, in altri l’empatia ci ha colt* solo di striscio, altri sono stati intensi e profondi e non tutti sono stati duraturi (non che debbano esserlo).
Qualcuno di questi incontri ha maturato anche frutti che non avevo previsto di coltivare come amicizie, passioni comuni, collaborazioni. Di alcune di queste cose parlerò più avanti, perché la famiglia sta crescendo.
Uno di questi incontri lo ricordo con piacere nella sua peculiarità, e oggi con ancor più piacere ne condivido con voi una nuova scheggia.

Ho conosciuto A. nel 2019 e dopo un veloce scambio su Instagram ci siamo incontrati dopo un paio di giorni. Mi colpì la rapidità della richiesta di partecipare e il desiderio, forse da un lato anche un po’ il bisogno, di risolvere rapidamente la necessità di vedersi e raccontarsi tramite il proprio corpo libero.
A. cercava, come molt* partecipanti, il proprio linguaggio personale privo di mediazioni e finalità.
Fu un incontro lungo, con una chiacchierata molto corposa (arrivammo quasi alle quattro ore), e quel giorno mi confermò l’importanza assoluta del dialogo in questo progetto e, più in generale, nel ritratto intimo e nella fotografia di nudo che sia una fotografia con la persona e non solo della persona.
Le foto di quella giornata sono QUI e QUI, con qualche altro scatto inedito su Patreon.
Da lì ho smesso di chiamarli shooting e ho iniziato a chiamarli per ciò che erano: incontri.
Incontri di persone, di idee, di vissuti.
Incontri che, anni dopo, avrebbero generato una Community che anche se un po’ claudicante cresce e va avanti (sicuramente la pandemia non ha aiutato, ma abbiamo le spalle larghe).
Chiudo qui i preamboli per passare al succo di questo post, e cioè il racconto di quell’incontro direttamente dalla voce di A., oggi pubblicato su Italianismi.
Ne lascio qui un estratto seguito dal link all’articolo completo.

Se anche tu hai un blog o un magazine, o collabori con alcune di queste realtà, scrivimi per potermi aiutare a diffondere il più possibile questo progetto. Grazie.

Younalogue non sono solo corpi nudi.
Younalogue è una figura che si fa antologia di racconti, storie, vite.
Younalogue non è una persona con una biografia.
È un progetto che nasce nel 2018, quando M. trova una scatola piena di pellicole 135mm in un  momento della sua vita in cui voleva sperimentare un altro tipo di fotografia. Lui stesso mi  racconta: «Ho sempre affrontato la fotografia di nudo con piacere e con leggerezza, perciò ho  optato per un piccolo esperimento. Per quanto il corpo nudo possa raccontare una miriade di  cose di chi lo abita, all’epoca ancora non me ne rendevo pienamente conto. Per cui, mi sono  limitato a scattare con la camera fissa a intervalli regolari i dettagli di un corpo che si muoveva. […] Per quasi nessun* erano solo dettagli di un corpo nudo, ma sempre qualcosa che comunicava  altro: una storia, un’emozione, un’idea. Così, ho capito che questo doveva essere un progetto su  larga scala, che lasciasse me da parte per permettere ai soggetti di esprimersi liberamente in un  contesto safe, per poter raccontare ogni corpo senza il mio filtro personale».

Leggi l’articolo completo su Italianismi: clicca qui

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