13. A short story about marks and chains

E’ difficile raccontarsi, specialmente se ci si rivolge a persone non intime, ma voglio condividere comunque la mia storia.
Sono sempre stata insicura delle mie forme, del mio aspetto, del mio essere poichè non rispettavano i canoni imposti o, comunque sia, preferiti dalla maggior parte della popolazione.
L’incontro con Marino e la partecipazione al suo progetto mi stanno aiutando a vedere le cose in modo diverso.
Ci siamo incontrati a Roma nel suo studio, il giorno dopo il mio compleanno. Sono stata accolta molto bene, già prima di vederci di persona.
Abbiamo parlato tantissimo ed è una cosa che amo fare anche se sembro una persona distaccata e diffidente.
Nello shooting ho voluto racconatere di me tramite accessori utilizzati nel soft bondage.
Sono entrata in questo mondo nel 2020 quando ho fatto una sessione di Shibari con l’intento di superare i miei traumi.
Portai con me, quindi, un guinzaglio, un collare, polsini, cavigliere e una corda.
Ho lasciato a loro il compito di spiegare le molestie e gli abusi sessuali. Sono state ore intense, soprattutto perchè dovevo rimanere connessa con il mio io.
E’ stato strano potersi sentire fragile senza paura di essere giudicati o puniti. E’ stato, anche, strano non piangere.
Posso dire con tanta fierezza che c’è stata consapevolezza di essere stati forti e di star facendo un buon lavoro.

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